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Mettendo a confronto e in dialogo teoria e ricerca empirica, lo studio mostra la complessità, la diffusione e le ambivalenze del lavoro sfruttato.
Sul piano teorico, il lavoro sfruttato viene indagato approfondendo i concetti di grave sfruttamento lavorativo e di caporalato. Attraverso l’analisi di diversi tipi di dati e di fonti si mettono in luce le tendenze recenti, le dimensioni e le caratteristiche del lavoro sfruttato in Italia, anche in relazione alle conseguenze della pandemia di Covid-19. Al tempo stesso lo studio approfondisce le caratteristiche dei lavoratori e delle lavoratrici oggetto di grave sfruttamento, indicando strumenti, interventi e percorsi di tutela. La ricerca, effettuata in tre province toscane (Lucca, Siena e Grosseto), mostra come il caporalato e le altre forme di sfruttamento lavorativo non siano affatto fenomeni residuali, specifici di contesti territoriali e produttivi arretrati. Utilizzando la voce diretta dei lavoratori e dei testimoni intervistati, la ricerca fornisce una fotografia in movimento del lavoro sfruttato in molti settori, dall’agricoltura alla logistica, dalla ristorazione all’assistenza alla persona. Ne emerge uno spaccato del lavoro contemporaneo in Toscana fatto da poca luce e tante ombre, e in cui i confini fra diritti formali, diritti effettivi e sfruttamento sono spesso confusi. I casi descritti rendono evidente come il sistema di sfruttamento non riguardi solo la dimensione economica del rapporto di lavoro, ma si connetta ad abusi della condizione di bisogno e di vulnerabilità del lavoratore, e a gravi rischi per la sua sicurezza e salute.
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