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L'IDEOLOGIA NEL CAPITALE

I tratti ideologici del capitalismo

Volume della collana Volantini militanti n. 4
Prezzo: €3,90 / Prezzo di listino: €3,90
Formato: 150x210, 48 pagine / Ottobre, 2019 / ISBN: 9788893131520

Una vulgata abbastanza radicata tende a contrapporre l’ideologia, per lo più di stampo socialista-sovietico, al capitalismo, e vede nella cosiddetta caduta del muro di Berlino la sconfitta definitiva della prima a favore del secondo. Probabilmente già Marx nell’Ideologia tedesca e Walter Benjamin nella sua singolare comparazione tra capitalismo e religione, hanno evidenziato i tratti terribilmente ideologici del capitalismo. Altri autori come Gilles Deleuze e Félix Guattari hanno invece sottolineato come il capitale, per funzionare e crescere, abbia bisogno necessariamente di una “base assiomatica”, ossia debba essere normato da regole precise quanto arbitrarie. I caratteri della rivoluzione permanente che tutto trasforma in merce e in profitto, devono essere smussati da contromovimenti autoritari che facciano per così dire da antidoto ai rischi di un sistema per essenza creatore di sovversioni e capovolgimenti.

L’esempio cinese ci offre l’immagine icastica e limpida di come funzioni il capitale come ideologia. Lo stesso pensiero neoliberale che ha imperato negli stati occidentali dagli anni Settanta non è altro che una forma di pensiero ideologico che ha fissato in quanto “veri” termini quali “mercato”, “crescita”, “PIL”, “competizione”, “debito”, “distribuzione”, etc.. Ma se l’ideologia stessa non fosse altro che una forma trasfigurata del capitale? Se i concetti di accumulo, scambio, plus-valore, interesse, disuguaglianza non fossero che i termini ideologici e operativi di un sistema di senso che permea ogni istante della nostra esistenza? Quando parliamo di tramonto delle ideologie, non assumiamo forse una posizione capitalistico-ideologica? La fuoriuscita dall’impasse pare quantomeno complessa e deve affrontare i seguenti dilemmi di tipo hegeliano: 1) il superamento del capitalismo non può che configurarsi ideologicamente; 2) il capitalismo è un’ideologia; 3) il capitalismo e l’ideologia implicano necessariamente una componente autoritaria.

La riflessione di Emiliano Bazzanella attraversa questi intrecci, rivelando le contraddizioni di qualsiasi tentativo di emancipazione che non sia sorretto da un profondo cambiamento soggettivo. Se la nuova economia basata sulla globalizzazione e sulla digitalizzazione dell’informazione ci sta offrendo una nuova modalità di soggettivazione, è proprio dal soggetto che dobbiamo partire per creare un nuovo orizzonte di senso in cui affrontare le crisi demografiche ed ecologiche che si stanno profilando nel prossimo futuro.

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