L'UOMO E LA (SUA) FINE. Saggi su Günther Anders

"Tieni la bocca chiusa e continua a servire" o mio Signore!

Volume della collana PICCOLA BIBLIOTHIKI n. 40
Prezzo: €17,10 / Prezzo di listino: €19,00
SCONTO 10% NO SPESE
Formato: 120x210, 240 pagine / Aprile, 2020 / ISBN: 9788893130561
A cura di: 
Micaela Latini e Aldo Meccariello

L’uomo e la (sua fine): questo il titolo di un volume di saggi su Günther Anders che nasceva da un convegno organizzato nel lontano 2012 sul grande pensatore tedesco. Poteva sembrare un titolo apocalittico, provocatorio, fuorviante, esagerato eppure, oggi in piena emergenza sanitaria e umanitaria da Covid19, appare lucidamente profetico. L’uomo andersiano, sottomesso all’arbitrio, al dominio pervasivo della Tecnica, è degradato, ridotto a cosa, cioè reificato nelle sue funzioni vitali, somigliante a certi personaggi beckettiani come Vladimir ed Estragon, costretti a recitare la farsa ontologica dell’uomo senza senso, senza storia e senza mondo. Ora l’antiquatezza dell’uomo lucidamente analizzata da Anders sembra essere la cifra della condizione umana contemporanea scossa, attonita, angosciata dalla minaccia di un nemico invisibile e mostruoso che è un virus di origine naturale. Pare che la Natura matrigna, e non più la Tecnica, voglia presentarsi nel suo volto terribile a chiedere il conto e vendicarsi degli umani, diventati superbi Titani. La tronfia umanità sotto choc in questi nuovi tempi bui deve forse ritrovare la sua umanità passando obbligatoriamente attraverso i suoi fallimenti, le sue storture e le sue costitutive patologie. Ci si aggrappa alle mura domestiche per proteggere i nostri corpi di cui oggi avvertiamo la piena vulnerabilità, la piena fragilità, la piena antiquatezza, non esponendoli a quella soglia fatale che è l’esterno. Le città del mondo sono ormai deserte come negli spettrali scenari delle distopie novecentesche o di un’inedita post-histoire. Forse su un punto ci si dovrebbe distanziare dalle estreme previsioni del nostro Autore: non ci sentiamo più degli analfabeti dell’angoscia ma stiamo provando vera angoscia che è la virtuosa radice di sentirsi umani.

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