Simone Weil e la questione gnostica

Volume della collana PICCOLA BIBLIOTHIKI n. 48
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Formato: 120x210, 144 pagine / Novembre, 2017 / ISBN: 9788893130707
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Il Dio mendicante di Simone Weil

Il pensiero di Simone Weil, una delle voci più significative del ‘900, ha conosciuto in questi ultimi anni una rinnovata fortuna. Sebbene l’opera della filosofa, mistica e scrittrice francese sia stata oggetto di numerosi studi che l’hanno analizzata da diverse prospettive, alcuni aspetti della sua riflessione sono stati trascurati dalla critica e restano terreno fertile di analisi, come nel caso del rapporto tra la Weil e lo gnosticismo. Simone Weil, infatti, lungo tutta la sua proficua e ricca produzione bibliografica, ha alternato diversi modelli di gnosi, sperimentando un’ibridazione continua tra la radice gnostica e altri vettori di derivazione ora cristiana ora platonica. Si è trattato, di fatto, di una contaminazione che ha conferito originalità e autonomia al pensiero weiliano nei confronti di tutte e tre le tradizioni e che non è stata ancora sufficientemente approfondita.
Il “tasso di gnosticismo” weiliano di cui parla Fanizza, infatti, è stato oggetto di attenzione da parte di un numero limitato di studiosi, suscitando, ad oggi, scarso interesse nel mondo accademico. Obiettivo del presente elaborato, dunque, è quello di individuare linee interpretative inedite e originali sullo gnosticismo weiliano che potranno in futuro diventare spunto di approfondimento da parte di altri ricercatori.
All’interno di un tema tanto ampio, come può sembrare quello del rapporto di un filosofo con un orientamento del pensiero articolato com’è stato lo gnosticismo, si è scelto di focalizzare gli sforzi nel tentativo di far emergere quell’idea di Dio elaborata dalla Weil, che fu una pensatrice fortemente attratta dalla deriva gnostica; il Dio weiliano, infatti, non è più onnipotente, bensì assente, un Creatore che si è ritirato dal mondo, un Dio che vogliamo provocatoriamente definire “gnostico”, trascendente, perché, come sostiene la filosofa francese, l’atto di creazione non va inteso come un atto di potenza, ma di abdicazione, nel quale Dio, avendo rinunciato ad essere re del mondo, vi ritorna come “mendicante”.

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