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Vita nella tomba nasce dall’esperienza diretta dell’autore, che visse in prima persona il decennio di conflitti combattuti dalla Grecia tra il 1912 e il 1922: prima e seconda guerra balcanica, prima guerra mondiale e spedizione in Asia Minore. Pubblicato in anteprima a Salonicco nel 1917, conobbe una seconda edizione nel 1924 e una terza, definitiva, nel 1930. Protagonista immaginario del libro è il sergente Antonis Kostoulas, evidente alter ego dell’autore, che in una serie di lettere (mai inviate) alla fidanzata e ritrovate da un commilitone a pace ormai ristabilita, descrive le atrocità della guerra ma anche l’incomparabile bellezza dell’esistere, che proprio l’orrore della trincea rende ancora più preziosa. Nel contempo lirico e crudamente realistico, il romanzo mette a nudo, con lucida consapevolezza politica, lo scandalo dell’odio ed esorta alla faticosa costruzione della pace configurandosi come un vero e proprio inno alla vita. Nel periodo 1936-1945 Vita nella tomba fu messo al bando dalle autorità per il suo contenuto pacifista e antimilitarista mentre a partire dal secondo dopoguerra e fino a oggi il romanzo di Myrivilis non ha mai smesso di entusiasmare il pubblico greco dei lettori, attratti dal suo alto messaggio di pace e di fratellanza universali. Attuale oggi come ieri, Vita nella tomba si inserisce nella grande tradizione del romanzo antimilitarista nato all’indomani della Grande Guerra e continua a scuotere le coscienze degli uomini invitandoli a riflettere sul valore immortale della pace e della concordia.