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SEGNI DEI TEMPI

Pandemia e crisi della politica

Volume della collana in.folio n. 27
Prezzo: €13,50 / Prezzo di listino: €15,00
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Formato: 125x195, 128 pagine / Novembre, 2021 / ISBN: 9788893132121
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La pandemia ha messo radicalmente  in discussione la concezione del progresso come processo di crescita infinita. Il libro ne segue il percorso, che ha impattato su una società già sfibrata dalla crisi economica, dalla mancanza di coesione sociale e dalla debolezza e autoreferenzialità della politica. E’ sembrata, dapprima, emergere la convinzione che per vincere il virus non fossero sufficienti gli strumenti della scienza, ma fosse necessario un profondo cambiamento istituzionale e sociale. Ma, rapidamente, lo slogan “non saremo più come prima” si è trasformato nel suo contrario: la volontà cioè di riportare le lancette esattamente al punto di partenza. Per contenere i contagi ed evitare il collasso del sistema sanitario si è puntato tutto sul vaccino e si è rinunciato ad investire sulle misure di prevenzione che sarebbero state necessarie, con particolare riguardo agli ambienti di lavoro, alla scuola e ai trasporti. Il green pass si è trasformato in uno strumento di pressione sempre più invasivo, che ha finito per impattare col diritto al lavoro e per fare da moltiplicatore al tasso di intolleranza presente nella società. Si è creato così un muro tra coloro che vedono nel vaccino l’unica possibile via d’uscita e coloro che si sono schierati contro la certificazione verde, cogliendovi i presupposti per una “dittatura sanitaria”. Un muro che ha rotto amicizie, diviso famiglie, balcanizzato le relazioni, confuso i crinali politici. Il libro si sottrae alla logica della contrapposizione, esprimendo una riflessione critica sui fatti, sulle singole scelte del governo e sulle motivazioni di chi ha portato la protesta in piazza. Ma cerca soprattutto di guardare al dopo, alla necessità di una vera e propria “ricostruzione” del Paese: è necessario riscoprire i percorsi di una cittadinanza attiva e capace di assumersi responsabilità, riavviare il circuito virtuoso della partecipazione e ricostruire, dal basso, le ragioni dello stare assieme. Può essere questa la strada per costruire una società più giusta, impegnata nella salvaguardia dell’ambiente, attenta al destino dei settori più deboli, aperta alla cultura e alla tolleranza, capace di mettere in discussione il modello di sviluppo neoliberista. E, in questa prospettiva, è necessario riscoprire quel filo, richiamato fin dalla Premessa, che lega passato, presente e futuro, recuperando il “pensiero lungo” di chi, come Enrico Berlinguer e Alexander Langer, aveva intuito fin dagli anni Settanta la necessità di individuare un’alternativa.  

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