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IL CREDO

Commento al simbolo liturgico della fede

Volume della collana LE BELLE LETTERE n. 93
Prezzo: €13,00 / Prezzo di listino: €13,00
INVIO SENZA SPESE DI SPEDIZIONE
Formato: 130X170, 128 pagine / Agosto, 2025 / ISBN: 9788893132909
A cura di: 
ALESSIA BROMBIN
Traduzione di: 
ALESSIA BROMBIN

«Il Dio della rivelazione cristiana […] non è un ente impersonale, un assoluto senza volto, indifferente alle sorti degli umani. Il monoteismo dei cristiani non è quello dei filosofi, né si confonde con il monoteismo riduttivo di tradizioni religiose quali il giudaismo e l’islam, le quali, pur riconoscendo il Dio vivente e personale dell’Antico Testamento, non ammettono che questo Dio-persona possa distinguersi dalla sua essenza assoluta e, per così dire, uscire dalla sua solitudine per trascendere l’unicità di una persona singolare. La pienezza della rivelazione appartiene al Nuovo Testamento: il Figlio di Dio si è incarnato e ci ha resi capaci di ricevere lo Spirito Santo che procede dal Padre. L’unico Dio personale del cristianesimo è una tri-unità di persone. Per questo il Cristo risorto inviò i suoi discepoli “per ammaestrare tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Il credo della Chiesa è la spiegazione di questa formula battesimale» (V. Lossky).

«Festeggiamo oggi con pia fede, o folle ortodosse, l’annuale memoria dei Padri teofori, riuniti da tutta la terra nell’illustre città di Nicea. Essi, infatti, con religioso sentire hanno distrutto l’empia dottrina del funesto Ario, e lo hanno sinodalmente estromesso dalla Chiesa cattolica; a tutti hanno chiaramente insegnato a confessare il Figlio di Dio a lui consustanziale e coeterno, vivente prima dei secoli, stabilendo ciò con pietà e rigore nel simbolo della fede. Anche noi dunque, che seguiamo le loro divine dottrine, con salda fede rendiamo culto al Figlio e allo Spirito santissimo insieme al Padre, Trinità consustanziale nell’unica Divinità».

«La splendida città di Nicea ha oggi convocato in sé trecentodiciotto pontefici contro il blasfemo Ario che sminuisce Uno della Trinità, il Figlio e Verbo di Dio; ma i Padri, abbattendolo, hanno confermato la fede».

«Il coro dei santi Padri, accorso dai confini della terra ha proclamato l’unica essenza e natura del Padre, del Figlio e del santo Spirito, e ha trasmesso con chiarezza alla Chiesa il mistero della teologia. Celebrandoli con fede, proclamiamoli beati, dicendo: O divino accampamento, soldati ispirati dello schieramento del Signore; astri dalle molte luci del firmamento spirituale; torri indistruttibili della mistica Sion; olezzanti fiori del paradiso; bocche tutte d’oro del Verbo; vanto di Nicea; fregio di tutta la terra: intercedete con fervore per le anime nostre!».

(Dall’ufficiatura bizantina della domenica settima dopo Pasqua: domenica dei santi Padri del I concilio di Nicea)

 

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