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Un Virus mortale. Il peccato originale secondo San Paolo

L'uomo non posse non peccare?

Volume della collana PICCOLA BIBLIOTHIKI n. 1
Prezzo: €8,55 / Prezzo di listino: €9,00
SCONTO 5% senza spese di spedizione
Formato: 120x210, 80 pagine / Maggio, 2006 / ISBN: 9788886969994

Davvero Adamo "non poteva non peccare"? E il Peccato originale è un dogma fondato sulla Scrittura o soltanto su una privata teoria di Agostino d'lppona (quello stesso Agostino dai trascorsi manichei)?

Sta qui la differenza o divergenza fondamentale tra cristianità occidentale e cristianità orientale. Essa non è di natura amministrativa (il Primato del papa, per esempio) e neppure teologica (il Filioque, le Energie, ecc.); è di natura antropologica. Sta nella risposta che si da alla domanda: Chi è l'uomo?

L’uomo è Presunto colpevole, risponde da qualche secolo l'Occidente, anzi è colpevole a prescindere, sin dal momento in cui è nato. Di più: dal momento in cui è stato concepito. In Occidente, così, è stato breve il passo dalla teologia del Peccato originale alla frenologia criminale del Lombroso: se l’uomo è peccatore sin dal concepimento, allora il ladro e l'assassino e la prostituta dovranno avere anche la faccia da ladro, assassino, prostituta.

La cristianità orientale, invece, ha sempre chiara coscienza che l’uomo non può essere stato creato "difettoso", che l'uomo è icona di Dio. Forte di una millenaria sapienza giuridica, distingue tra colpa personale e sue conseguenze; sa che Gen 3, 5-14 parla di responsabilità personale. Distinti e diversi sono gli atti di Adamo, quelli di Eva e quelli del serpente; distinti e diverse sono le colpe e quindi le punizioni; e altre ancora sono le conseguenze sui figli di Adamo e il creato intero.

La teoria di un Peccato originale in quanto errore personale (personalmente compiuto - o ereditato - nello stesso istante in cui lo zigote si unisce al gamete, in cui il seme maschile feconda l'ovulo femminile) nasce con Tertulliano, montanista più che cristiano. Egli infatti (negli anni 197\222) ideò il linguaggio della teologia latina (e quindi del pensiero occidentale), un basic ricco di ben 982 parole nuove, da lui inventate (28 avverbi, 161 verbi, 284 aggettivi e 579 sostantivi); Tertulliano però fu cristiano per modo di dire: convertito dal paganesimo (e da una vita dissoluta), restò convinto che l’anima fosse materiale, sia pure d'una materia più sottile e leggera del corpo. Fedelissimo di Priscilla e Massimilla, due "profetesse" intime di Montano (pontefice delle orge di Cibele, si proclamò incarnazione dello Spirito Santo), Tertulliano credeva che l'anima fosse un gas materiale e mortale, una flatulenza calda che pervade il corpo e derivata dal genitore. Tutte le anime, credeva egli, erano contenute in Adamo e da lui sparse per propagazione, come talee tratte dal tronco paterno e fissate altrove; Adamo avrebbe così contaminato tutta l'umanità col suo sperma, facendone il canale con cui è trasmessa la dannazione (De Anima 9,27 , 19; De Test. an. 3; ecc.).

A questo Tertulliano si ispirò Agostino d'lppona († 430), vescovo di Tagaste in Numidia dopo la conversione da una vita dissoluta (come Tertulliano) e dal Manicheismo (che è già tutto dire). Agostino ha infatti la stessa visione manichea di Tertulliano, conciliata in un certo modo all'ortodossia grazie alla teoria che ad Adamo fosse stata aggiunta una qualche grazia che gli avrebbe impedito di peccare, pur essendo naturalmente peccatore, sino a un momento predestinato (si noti, tra l’altro, che Agostino parla di una grazia creata e aggiunta all’uomo, e non a scopo deificante ma inibitorio). Certo, bisogna sempre distinguere tra Agostino (l'insieme delle opere, le Retractiones soprattutto) e l'agostinismo (Boezio o Anselmo d'Aosta, ma anche Giansenio o Kierkegaard), ma è facile comprendere perché san Vincenzo di Lerino († 435 circa) bollasse le tesi di Agostino come privatae opinionuncolae, personalissime ideuzze, mentre fataliste e dannose le riteneva san Giovanni Cassiano († 435). Sant’Ambrogio († 397), parlando del Peccato di Adamo (Sul salmo 39, 20, 1), aveva esultato: Felix ruina quae reparatur in melius!. Ben presto, però, l’Occidente sembrò dimenticare la gioia dell’Exultet: i rotoli più gioiosi, più belli, del Preconio pasquale provengono tutti da una “orientale” Italia del Sud…

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